Quanto può essere difficile scendere sul terreno di gioco dovendo portare sulle spalle il peso di essere considerato il miglior attaccante del mondo, soprattutto se arrivato nella fase conclusiva della propria carriera e gravato da muscoli resi fragili da un percorso sportivo vissuto sempre ai massimi livelli? Lo sa bene Karl-Heinz Rummenigge, attaccante tedesco a lungo accreditato del suddetto appellativo fra la fine degli anni 70 e la prima metà degli anni 80. È col medesimo appellativo che Rummenigge giunse alla corte dell’Inter dell’allora neo-presidente Ernesto Pellegrini nell’estate del 1984 per fare coppia col suo avversario nella finale dei Mondiali di Spagna 1982 Alessandro Spillo Altobelli. Una coppia gol che prometteva sfracelli ma che, in ultima istanza, non riuscì a portare alcun titolo alla corte del Biscione, azzoppata in parte dai molti problemi fisici cui Rummenigge, detto Kalle, andò incontro nella sua esperienza italiana. Nonostante la mancanza di titoli, l’altissima considerazione di cui Rummenigge godeva da parte della tifoseria nerazzurra si può facilmente evincere da un episodio occorso il 24 ottobre 1984 in occasione della gara Inter– Glasgow Rangers, valida per i sedicedimi di finale di quella edizione della Coppa EUFA e vinta dalla Beneamata al Meazza col risultato di 3-0 grazie alle reti di Sabato, Causio e proprio dell’attaccante tedesco a tre minuti dalla fine dell’incontro. In quell’occasione, Rummenigge seppe accendere gli animi dei tifosi interisti non solo con la realizzazione che sigillò quell’importante vittoria europea, ma anche e soprattutto grazie alla stupefacente rete da lui messa a segno poco prima del raddoppio del Barone con uno stupendo intervento acrobatico di destro su cross del compagno di reparto Altobelli, col pallone che andò a insaccarsi alle spalle del portiere degli scozzesi McCloy quasi all’altezza dell’incrocio dei pali. Fu ...